Stamattina bevendo il caffè, nel silenzio del primo mattino, è arrivato un pensiero che condividerò qui.
giovedì 3 dicembre 2020
Dividere
venerdì 30 ottobre 2020
Caro me stesso
Caro me stesso,
ti scrivo dal futuro, da un anno bello da scrivere e difficile da vivere: il 2020.
Non aspettarti delle indicazioni per fare investimenti redditizi o vincere alla lotteria. La Sezione Crimini Temporali sottopone a stretta censura ogni messaggio inviato indietro nel tempo.
Questo messaggio dovrebbe arrivarti durante la terza media, e so che stai considerando più o meno consapevolmente cosa fare da grande.
Hai già dovuto rinunciare all'accademia aereonautica di Pozzuoli perché sei un quattrocchi miope, e ti posso garantire che proverai una grande emozione ogni volta che vedrai passare le Frecce Tricolori, accarezzerai anche il desiderio di prendere il brevetto ma poi le vicende della vita ti faranno desistere.
In compenso farai sempre incazzare tutti quelli con cui viaggerai in aereo perché per te, semplicemente, è un fatto naturale e ti diverti. Cerca di non darlo troppo a vedere, la maggior parte degli esseri umani non hanno tutta questa passione per il volo.
Nella tua testa stai valutando se dar retta ai tuoi genitori e fare il Liceo Classico oppure chiedere di iscriverti a quello Artistico.
In realtà disegni decentemente e sai anche immaginare storie. Potresti, che so, diventare un fumettista. Ma lo sguardo di disapprovazione de tuoi genitori non lo reggeresti.
Ti affascina il mondo dei giornalisti, ma l'incontro con la figlia della tua prof che fa la giornalista ti aprirà gli occhi su cosa vuol dire fare il giornalista in Italia.
Insomma... ti ricordi il tema su Albert Schweitzer? Ti ricordi i pomeriggi a guardare il Dottor Kildare?
Ecco. Farai medicina.
E non avrai rimpianti. E' una professione bellissima. Dovrai studiare come non mai, conoscerai due colleghi universitari con i quali condividerai quattro anni di studio fitto. Ti laureerai in tempo per poter entrare alla scuola di specializzazione di Ginecologia e Ostetricia. E diventerai un drogato di Sala Parto.
Sentirai il tuo cuore in gola mentre una vita nasce e sfiorerai vette sublimi di gratificazione e commozione quando sentirai la testa di un neonato appoggiarsi al palmo della tua mano per farsi estrarre dall'utero quando farai un taglio cesareo.
Sarai un ginecologo di provincia, niente a che vedere con i professori e i primari. Capirai che non hai quel tipo di carattere, non sai stringere alleanze politiche e non ti sai vendere. Ti fiderai troppo di chi dovrebbe insegnarti ad operare e invece tiene per se quelle abilità. Sarai ipercritico con te stesso e del tutto incapace a svolgere una attività privata redditizia.
Proverai la vertigine di essere "l'anziano" in servizio la prima volta in un pomeriggio dorato di ottobre, in una sala parto che somiglia ad una piscina.
Vivrai nel tuo reparto come se fosse più casa di casa tua e lo vedrai cambiare per sempre al punto di non riconoscerlo.
Capirai che non puoi evitare di avere a che fare con politici e amministratori per i quali un reparto ospedaliero si valuta solo mettendo Costi e Ricavi su due colonne senza capire che la medicina è tutt'altro.
Vedrai andare in pensione i tuo colleghi più anziani e imparerai una profonda lezione: finché lavori sei indispensabile, appena vai via non sei più nessuno.
Ricordalo sin da ora, tu sei sostituibile, e la tua ricompensa in termini di gratificazione la riceverai giorno dopo giorno dalle tue pazienti, non aspettarti altro.
Quindi il consiglio che mi auguro ti raggiunga è di tenere bene a mente questa frase per non rimanere deluso. E' tratta dal vangelo di Luca, e dice:
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”
P:S: Non preoccuparti, sarà una bella vita.
lunedì 26 ottobre 2020
Nausea
Tante, troppe parole, a mio giudizio.
Inizio ad averne la nausea, anche delle mie stesse.
Serve a qualcosa recriminare?
Era sotto gli occhi di tutti, ad esempio, che per andare a scuola e al lavoro, se bisognava portare l'affollamento al 50% ci volevano due autobus/ treni / metro.
Così come è scontato che sarebbe necessario un nuovo lockdowm, ma ormai impraticabile per evitare una rivolta popolare.
E allora com mia moglie abbiamo deciso di vivere come a marzo. Lavoro, spesa una volta alla settimana, e basta.
Ho scelto anche di non tornare a Messa (e condivido il mugugno degli esercenti di cinema e teatri riguardo il mantenimento delle funzioni religiose).
Non so se basterà, e davvero non so quando e come ne usciremo.
Sto valutando anche quanto silenziare dei social, perchè alla fine la bulimia di parole (e di odio e rabbia, principali sentimenti veicolati dai social) rafforza il senso di nausea di cui sopra.
Mantengo questo spazio di sfogo come mezzo terapeutico.
Ben consapevole di contribuire, in un impeto schizoide, all'affollarsi delle parole
Che restano tante, troppe.
venerdì 16 ottobre 2020
VAFFANCULO
Negli ultimi giorni ho vissuto almeno settantadue ore di sorda incazzatura nei confronti di: Politici e Amministratori, Genitori e Figli, Gestori di Bar e Discoteche, Tifosi di Calcio e Società Sportive.
Sono sicuro che una buona parte di italiani abbiano continuato a fare il loro dovere per evitare i contagi, ma non è bastato ed ora tutti quelli che hanno rinunciato in estate ad andare in vacanza continuando a lavorare e a proteggere se stessi e i propri cari hanno alte probabilità di tornare in confinamento (che in italiano equivale a lockdown, mi sono rotto di usare termini stranieri, ok?).
Quindi grazie a Politici e Amministratori per i quali improvvisamente solo da settembre si sono palesati i problemi dei trasporti pubblici, dell'apertura delle scuole, della riorganizzazione del sistema sanitario in chiave Covid, dell'approvvigionamento di dosi di vaccino antinfluenzale e presidi di protezione.
Grazie ai Genitori che guardando ai propri Figli adolescenti ("So' ragazzi, devono sfogarsi") hanno continuato a foraggiarli per potersi divertire al mare, nelle città (a proposito, ma non eravamo in crisi? Dopo i mesi di confinamento sembrava non avessimo poi tanti soldi da sputtanare) per poi tornare a casa e dare origine a focolai di infezione.
Grazie ai Gestori di Bar e Discoteche, categorie notoriamente così attente alla salute degli avventori che nel primo caso permettono loro di bere fino allo sfinimento a qualsiasi età purché paghino e nel secondo chiudono ampiamente un occhio sullo spaccio di sostanze dando prova di una condotta così specchiatamente candida e sfolgorante da poter scommettere ad occhi chiusi che ovviamente se ne sarebbero fottuti delle misure di prevenzione di un misero virus "chetantononcolpisceigiovani". Vi do una notizia, l'età media dei ricoverati STA SCENDENDO!
E grazie alle società sportive e ai tifosi di calcio che senza la loro dose settimanale muoiono. Non solo il Coronavirus sta viaggiando tra le squadre, ma da luogo anche a teatrini che rendono ancora di più una farsa diretta solo dal dio denaro quello che dovrebbe essere uno sport.
L'antica letteratura è piena di storie in cui lo sbruffone di turno, bravissimo a ingannare il prossimo, si salva per il rotto della cuffia e promette ad una entità superiore che, avendo imparato la lezione, non si comporterà mai più così.
Di solito, però, ci ricasca, e la seconda volta ci lascia le penne.
Possiamo ingannare i nostri simili, ma quando dobbiamo confrontarci con le forze della natura (e un Virus è una delle sue espressioni) dovremmo esercitare umiltà, senso di responsabilità reciproca e altruismo.
Ma non siamo fatti così.
Ho deciso di non arrabbiarmi più e di non accettare alcuna provocazione da negazionisti, no vax, presunti tuttologi e simili.
Vivrò quotidianamente la vita come nel confinamento e mi auguro di arrivare alla primavera (quando dovremmo avere più armi contro il Virus) insieme alla persone che amo e che spero sopravvivano come me.
Ovviamente prendendo le mie precauzioni, e facendo il mio lavoro, aiuterò anche tutte quelle teste di cazzo che non lo meriterebbero, ma ho fatto un giuramento, sono un medico, e non mi tirerò indietro.
Però un VAFFANCULO, almeno qui, posso scriverlo.
giovedì 1 ottobre 2020
Kumari
Per un certo periodo la badante di mia suocera è stata una signora dello Sri Lanka di nome Kumari.
sabato 19 settembre 2020
Leggere fantascienza
Tutto inizia con un regalo di compleanno, il mio, a dodici anni.
Due amici avevano "messo i soldi insieme" per comprarmi un libro: Cronache della Galassia, autore Isaac Asimov, edizione Oscar Mondadori. Uno di loro l'aveva già letto e mi disse che era sicuro che mi sarebbe piaciuto.
Profezia azzeccata.
Non ho mai più smesso di leggere fantascienza in qualsiasi formato, entrando di diritto a far parte di una categoria che dal 2007 ha ricevuto la sua consacrazione con la serie Big Bang Theory: i Geek.
All'epoca quelli che leggevano fantascienza erano solo strani, guardati con diffidenza e sottoposti alla solita, noiosa e monotona domanda: "Quindi tu credi agli UFO,vero?"
Non so se questa fosse una caratteristica solo italiana, fatto sta che su questa domanda si infrangeva il desiderio di poter condividere consigli di lettura, commenti, discussioni.
Perché, vedete, leggere fantascienza non si esaurisce con la fine della storia, ma abbastanza spesso le conseguenze riguardano un piccolo seme di dubbio, di riflessione, di ragionamento che il lettore vorrebbe condividere con altri.
Ora è molto più facile grazie al web, ma nel 1973 era quasi come voler costituire un movimento rivoluzionario clandestino.
Per chi legge fantascienza quello che sta accadendo alla nostra società non è una sorpresa, come non lo sono la tecnologia che ci circonda, le pandemie, i progetti di esplorazione e colonizzazione spaziale finanziati dai privati.
Perfino un film molto ben fatto come The Social Dilemma (in streaming su Netflix) non dice niente di nuovo.
La fantascienza ha sempre avuto il ruolo di luce sul futuro, su un futuro ottimistico o, più spesso, pessimistico, e anche nei suoi romanzi più avventurosi, di quelli che riguardano mondi alieni scrupolosamente descritti, si è sempre fatta carico quantomeno di indagare il mistero della natura umana mostrandone sia le altezze alle quali può giungere così come le più bieche bassezze.
Eppure per tanti, per tanto tempo, questo genere narrativo è stato solo "alieni, astronavi e robot".
Se vi guardate intorno di sicuro un amico Geek ce l'avete, e se volete approcciarvi alla narrativa di fantascienza, chiedetegli qualche consiglio, così per iniziare il viaggio.
Scoprirete storie affascinanti che vi appassioneranno e quando alzerete gli occhi dalla pagina scritta la realtà attorno a voi avrà un aspetto nuovo.
Tranquilli, però, il sapore del caffè resterà sempre uguale.
giovedì 17 settembre 2020
Breve Aneddoto
C'era una volta la proprietaria di due appartamenti: in uno viveva lei e l'altro l'affittava. La signora era fondamentalmente avida e del tutto incapace ad intrattenere rapporti di civile convivenza con terzi. Tuttavia viveva in un complesso di villette bifamiliari dove gli altri condomini erano affabili e gentili, insomma dei vicini come se ne trovano pochi.
La signora, inoltre, era vedova e in litigio costante con il figlio.
Due adulti troppo ben educati presero in affitto l'appartamento della signora e sopportarono anche un rinnovo del contratto con aumento del tutto fuori dal valore di mercato (nonché aggiunta di un tot non dichiarato “fuori busta”) perché la casa e i vicini erano davvero un valore aggiunto.
Ad un certo punto i due decisero di accogliere a casa la mamma di lei e questo scatenò l'invidia della signora perché vedere una donna poco più anziana di lei, ammalata ma attorniata dall'amore dei figli e dei nipoti la spinse a diventare ancora più acida e darsi ai dispetti e al pettegolezzo più gratuito pubblicamente su tutta la loro famiglia.
Alla fine i due cambiarono casa e si prodigarono anche per presentare l'appartamento a due nuovi inquilini, più giovani di loro, che lo presero al volo.
Il nuovo inquilino, però, aveva un carattere molto diverso ed ora la signora si trova a dover affrontare tutte le riparazioni e gli interventi straordinari che non aveva mai voluto fare perché non aveva intenzione di spendere un euro. Inoltre, poiché con il figlio il rapporto si è definitivamente rotto, il nuovo inquilino versa metà affitto (che è stato ridotto secondo i parametri di mercato) a lei e metà al figlio.
Quindi si trova a ricevere un affitto meno della metà di prima dovendo spendere diverse centinaia di euro per gli aggiustamenti.
Tutto questo per non aver saputo tenere la bocca chiusa ed un comportamento educato.
E questa è la storia del caffè di stamattina.
Benritrovati tutti.
martedì 28 luglio 2020
Cucuzza Stanca
venerdì 17 luglio 2020
Oca Giuliva
domenica 12 luglio 2020
Non è colpa di nessuno
giovedì 9 luglio 2020
In bilico
martedì 7 luglio 2020
Ennio Morricone
domenica 5 luglio 2020
Perdono
venerdì 3 luglio 2020
5 euro
mercoledì 1 luglio 2020
Da 5 Blood
domenica 28 giugno 2020
Male, anzi malissimo
Durante il lockdown lui cerca in tutti i modi di recuperare il numero del cellulare di lei e alla fine si fa coraggio e chiama la madre di lei.
"Signora, posso avere il numero di cellulare di sua figlia, volevamo andare a prendere un gelato insieme finita la quarantena."
La madre si fa autorizzare da lei e gli passa il contatto anche se lei non sembra molto convinta.
Finalmente arriva il giorno del gelato insieme.
Ad ora di cena lei rientra inviperita.
"Per favore, mamma, cancella il suo contatto e bloccalo! Abbiamo parlato per due ore solo del SUO basket. Io provavo a intervenire e lui mi stoppava dicendo: Però come il basket non c'è altro. Al momento di prendere il gelato, poi, lui fa: Uh, ti ho invitata a prendere il gelato ma ho solo un euro...
Quindi i gelati li ho pagati io!!!"
Male, anzi malissimo...
venerdì 26 giugno 2020
Imbrattapagine
Non ho mai creduto di essere stato costruito a compartimenti stagni.
Sono un tutt'uno. Quindi ci sono reazioni, modi di sentire e certi momenti che possono piacermi di meno, essere socialmente poco accettabili o anche apertamente conflittuali con la mia vita quotidiana, ma fanno parte di me e basta.
Sono momenti che si presentano di quando in quando, alle volte riesco a identificarne anche una causa scatenante, altre no.
Ma la conseguenza è sempre la stessa.
Mi metto a scrivere una storia noir, di quelle dove guardo con cinismo la società e guido il protagonista a risolvere i suoi problemi con la violenza.
Non mi ritengo uno scrittore, ma , senza falsi pudori, un imbrattapagine, ovvero quello che sta a Raymond Chandler come un imbrattatele sta a Picasso.
Nonostante tutto preparerò un caffè, siederò al PC e inizierò una nuova storia.
Quest'estate andrà così.
mercoledì 24 giugno 2020
Nonno Giovanni
lunedì 22 giugno 2020
Arance ed Escrementi
Che è come dire che siamo tutti uguali.
Che è come dire che tutti possono farsi eleggere e governare la Repubblica.
E invece sarebbe ora di separare le arance dagli escrementi, ma temo che ormai non riusciamo più a distinguerli.
sabato 20 giugno 2020
Aborto
La giunta regionale dell'Umbria ha deciso che in regione non si può più somministrare la pillola per l'aborto farmacologico (che si chiama RU 486 e non va confusa con la Pillola del Giorno Dopo che è tutt'altra cosa) in regime ambulatoriale, ma che le utenti devono sottoporsi ad un ricovero di tre giorni.
Da qualunque parte la vogliamo guardare è una decisione ideologica presa dalla giunta della Lega, partito nel quale militano attivisti Pro Vita ultracattolici come il senatore Pillon che (tra l'altro) ha una delle due sedi del proprio studio legale a Perugia.
E vogliamo davvero indignarci per questo?
Sono coerenti con le loro idee e sono la maggioranza, quindi di cosa vogliamo lamentarci?
Piuttosto io ringrazierei la giunta uscente del PD che ha tenuto in frigorifero per anni l'attuazione del protocollo dell'aborto farmacologico, scongelandolo solo pochi mesi fa.
Ringrazierei altresì i ministri della sanità passati (sempre di sinistra) e presente (LEU) per aver espresso una legge zoppa (riguardo la RU 486) rispetto a quanto viene fatto in tutta Europa, e di nuovo le passate giunte regionali (sempre PD) per aver ignorato le petizioni di noi ginecologi che richiedevamo la possibilità di poter fornire metodi contraccettivi (profilattici, spirali e pillole) a quanti non se lo potevano permettere.
Perché la vera prevenzione dell'aborto non può essere fatta se non con una informazione sulla contraccezione capillare ed efficace.
Purtroppo, però, come tutti possono vedere, l'immagine della sanità umbra è crollata miseramente a causa di “sanitopoli” aprendo le porte al cambio epocale di colore politico della regione.
L'ultima parola sullo scandalo sanità l'avranno i giudici, ovviamente, ma il danno ormai è fatto.
Mi chiedo cosa davvero pensino e quanto davvero si preoccupino per le donne umbre tutti gli esponenti della sinistra che per anni hanno nicchiato su queste tematiche dedicandosi ad attività per loro più interessanti.
Quindi grazie anche a voi, cari politici di quella sinistra che non riesco a non votare, grazie davvero per aver abbandonato quelli che hanno sempre creduto e sperato in voi.
Grazie.
giovedì 18 giugno 2020
Ginseng
Infatti oggi pare che il sole abbia avuto il permesso di uscire.
E, visto che mi sono scoperto un po' metereopatico, mi ritrovo incline al cazzeggio.
Partiamo dalla scelta di HBOMax, piattaforma USA di streaming, che ha deciso di rimuovere "Via Col Vento" dai titoli in catalogo a causa delle tematiche di segregazione razziale che esprime specialmente nel personaggio di Mami.
Non so voi, ma a me questa cosa preoccupa. Prevedo già la scomparsa di uno dei film senza il quale per me non è Natale: Una Poltrona Per Due. Anche lì, infatti, i ricchi bianchi americani si divertono a giocare con un afroamericano, e nel finale Eddie Murphy e Dan Akroyd si esibiscono nell' imitazione assolutamente razzistica di due afroamericani.
Come dite? Quella è una commedia? Ne siete sicuri? Perché è dalle commedie che si parte per influenzare le deboli menti!!!
E quando questa tendenza revisionista si allargherà anche ad altri ambiti quali, ad esempio, il maschilismo, già vedo i roghi dove verranno bruciati i romanzi di James Bond (li avete mai letti? Oggi farebbero venire un colpo a qualsiasi editor per come viene trattata la figura femminile).
Se ci pensate bene, ognuno potrebbe proporre opere letterarie, film, serie, fumetti da cancellare per questo o quel motivo politically correct.
Perché è molto semplice cancellare il passato, molto più difficile è ammettere gli errori, chiedere perdono e rimediare concretamente rispettando da subito ogni essere vivente in quanto tale senza distinzioni di colore della pelle, orientamento sessuale, religione, squadra del cuore, preferenze alimentari e ogni altro motivo di discriminazione.
Sostituire la fratellanza con il politically correct, sinceramente, mi sembra solo una gran presa in giro per illudersi di aver ripulito la coscienza.
Quindi da oggi chiedo perdono e decido di rispettare anche tutti quelli a cui piace il caffè al ginseng.
martedì 16 giugno 2020
Lavaggio Mani
Basta, però, rendere riflessivo il verbo e viene fuori: lavarsene le mani.
Una delle strategie di vita che mi suscitano allo stesso tempo irritazione e invidia per la facilità con cui risolvono i conflitti di coscienza.
Facile lavarsi le mani dei problemi che riteniamo difficili o per i quali non vogliamo sprecare la nostra preziosa attenzione.
Ed esiste anche un modo elegante e perfino socialmente condiviso di lavarsi le mani rispetto a questioni spinose nell'ambito medico: fare obiezione di coscienza.
Lo so che la vera obiezione non è questa, ma tanti, troppi, colleghi ginecologi, anestesisti (e perfino farmacisti) esercitano il loro diritto di obiezione mettendo nei guai altre persone, fregandosene se quel particolare momento della loro vita possa avere conseguenze devastanti.
Loro, semplicemente, girano lo sguardo e si occupano di altro.
Esprimendo immediatamente un giudizio di riprovazione schifata nei confronti di chi li ha infastiditi nel loro sacro ruolo assistenziale.
Per tacere di commenti sentiti quali “Però mentre godeva mica ci pensava alle conseguenze?”
Il bello di tutto questo è che sono convinti, in questo modo, di salvare la loro anima, di guadagnarsi il paradiso nell'aldilà e nemmeno vengono sfiorati dal dubbio che dall'altro lato (sempre che ci crediate o vogliate seguire un ragionamento che poggia illogicamente su una fede religiosa) troveranno un dio che nella sua vita terrena si è occupato di lebbrosi, ladri, prostitute, tutti quelli al cui passaggio i benpensanti dell'epoca si giravano dall'altra parte, e che è stato condannato perché alla fin fine un certo Pilato se n'è lavato le mani.
E chissà cosa potrebbe pensare di loro.
Mentre bevete il caffè, oggi, provate a riascoltare “Quelli che Benpensano” di Frankie HI-NRG MC.
domenica 14 giugno 2020
14 Giugno
Era un maremmano segnato sin dalla nascita da uno strano destino. Se non fosse stato adottato il proprietario l'avrebbe eliminato già da cucciolo.
Invece venne adottato e andò a vivere in una bella casa di campagna in Umbria dove dimostrò da subito di essere un mite, amante dei gatti (sì, lui con i gatti ci giocava!) e dei bambini.
Non sopportava di essere messo nel recinto di notte, ed era capace di manifestare il suo dissenso abbaiando ininterrottamente finché non veniva liberato.
Da maremmano testardo aveva anche uno spiccato senso di libertà e due o tre volte trovò il modo di farsi una gita per conto suo, ma alla fine riuscì a tornare sempre a casa. Purtroppo chi lo aveva adottato lo abbandonò insieme a tutta la casa in campagna e un giorno ebbi il compito di andare a prendere Back e portarlo via.
Potete immaginare cosa voglia dire far salire su una panda a metano un maremmano di circa cinquanta chili?
Venne a casa nostra dove rimase per quasi 48 ore (il nostro cane, un piccolo meticcio di 8 chili non riusciva ad andare d'accordo con lui) provai a trovare un nuovo padrone, ma a nessuno interessava, quindi lo mettemmo a pensione in un'altra bella casa di campagna poco distante da casa nostra.
Con i gestori della pensione fu amore e diventò il beniamino di tutti, trovando anche una compagna di giochi.
Quei pochi anni di vita felice furono però interrotti da una torsione di stomaco. Venne sottoposto ad un intervento, ma purtroppo la torsione nascondeva un tumore che venne mal diagnosticato dai veterinari i quali (lo dico con rammarico) si accanirono su di lui con interventi forse inutili.
Il 14 giugno dell'anno scorso, sul prato della pensione dove era stato felice, eravamo attorno a lui mentre il veterinario lo aiutava ad andarsene.
E' stato solo un cane, lo so.
Allora perché mi viene ancora da piangere?
venerdì 12 giugno 2020
Sono scemo
E di sicuro questo mi impedisce di comprendere determinate strategie di governo in questo periodo del tutto fuori dall'ordinario.
Sento tanti proclami, promesse e impegni ma mi pare che nulla di concreto venga davvero fatto.
Così è stato per la chiusura, e così mi pare per la riapertura.
Ma forse ho anche una percezione sbagliata dell'Italia.
Pensavo fosse una nazione che si preoccupa di dare dignità ai cittadini attraverso un lavoro ben remunerato, una buona scuola, una sanità efficiente, e, magari, un equo sistema fiscale.
Invece abito nel Paese dei Balocchi.
Non ci interessa della scuola, non vogliamo occuparci del lavoro!
Occupiamoci invece delle spiagge, delle discoteche, dei cinema, dei concerti e del calcio!
Non è che forse, mi chiedo, è meglio per noi occupare la mente su argomenti meno gravosi perché altrimenti potremmo sospettare che i nostri politici sono saliti già a bordo delle scialuppe mentre il Titanic si dirige contro l'Iceberg?
Mah! Che volete farci? Io sono scemo.
E da scemo mi piacerebbe far passare una proposta di legge scema.
Visto che stadi, cinema, teatri e discoteche riapriranno prima della scuola (quindi saranno ritenuti sicuri nella loro modalità di apertura) e che tutte queste attività funzionano prevalentemente di sera al mattino potremmo usarle per fare lezione ai ragazzi che non sanno ancora dove e come rientrare a scuola.
Vedo bene gli asili allo stadio
Elementari e medie in teatro.
I cinema verrebbero dedicati alle superiori che potrebbero sfruttare un nuovo modo di fare lezione online.
E per gli universitari, ovviamente, la discoteca è perfetta: finisci di studiare, mangi un panino e poi di liscio con l'afterhour.
Mi faccio un caffè, un caffè scemo.
mercoledì 10 giugno 2020
Storie Così
Quando i genitori lo portarono a casa appena nato venne annusato da Tobia, il pastore maremmano di cinque anni che abitava con loro, e immediatamente preso in custodia come cucciolo da proteggere.
Negli anni seguenti Federico era l'unico bambino della sua età che poteva portare al guinzaglio quasi cinquanta chili di cane bianco senza che a questi venisse in mente di tirare o lanciarsi all'inseguimento di qualcosa o qualcuno.
A Dicembre 2019 Tobia si ammala e Federico dorme con lui finché non si salutano per sempre, quindi dice ai genitori che ha chiesto a Tobia di mandargli un fratellino o una sorellina per fargli compagnia ora che lui non c'è più.
La scorsa settimana Federico si sveglia e a colazione abbraccia la mamma dicendo: “Ho sognato Tobia, sta arrivando il fratellino.”
Due giorni fa ho fatto l'ecografia alla mamma: è incinta.
Ci sono anche storie così.
Vi va un caffè?
lunedì 8 giugno 2020
Grigionero
Come meravigliarsi, quindi, delle piccole dimostrazioni quotidiane di questa pochezza d'animo che ciascuno di noi fa o subisce?
Mi frullano in testa i poliziotti di Minneapolis che sbattono a terra un settantacinquenne, quelli di Hong Kong che manganellano a tutto spiano, i cadaveri dei morti in Siria, quelli dei naufraghi nel mediterraneo, i discorsi da campagna elettorale perpetua dei leader di mezzo mondo.
Se stessi scrivendo un racconto su tutto questo ne farei il dialogo tra Tony Stark e Thanos deciso a chiudere l'esperimento Terra con il Coronavirus.
Le scena finale, ovviamente, vede Thanos bere il caffè mentre pensa a chi far ripopolare la Terra.
venerdì 5 giugno 2020
Immuni?!?
Sono un medico (lo so, è cosa nota) oltre a questo sono profondamente convinto che da quando esistono i social e gli smartphone la mia privacy non esiste più e tutti possono sapere chi sono i miei amici, quali sono le mie preferenze in fatto di acquisti viaggi, sesso, letture, gastronomia, enologia, spettacolo e chi più ne ha più ne metta.
Partendo da queste premesse ho provato a scaricare Immuni (la App sulla quale si narra ci siano state settimane di brainstorming che nemmeno a Silicon Valley per Windows 3.1!).
Dopo novanta minuti di tentativi e aggiornamenti di sistema android, google play services, controlli della versione bluetooth e tanti altri settaggi che sembravano la check list del lancio del Crew Dragon mi sono dovuto arrendere, non riesco nemmeno a visualizzarla su Play Store.
E sapete perché?
Perché ho un Huawei di fascia media.
Verrebbe spontaneo prendersela con i programmatori accusandoli di non rendersi conto che non tutti possiamo o (o vogliamo) spendere almeno 400 euro per uno smartphone ma che sarebbe stato utile per questa App raggiungere facilmente la maggior parte della popolazione.
E invece dobbiamo fermarci a riflettere.
Qualche anno fa ho seguito l'implementazione di un programma di archiviazione dati sanitari. Durante le riunioni, alle volte, venivano richiesti aggiustamenti del programma, possibilità di interazione con altre piattaforme, e la risposta del responsabile regionale di turno era: “Non penso sia possibile perché gli informatici per questo vogliono dai tremila ai cinquemila euro.”
Trascorsero almeno quattro riunioni così poi, in altra occasione, ebbi modo di conoscere uno di questi informatici e, tra il serio e il faceto, gli chiesi perché fossero così esosi nelle richieste di modifica del programma.
Risposta: “Veramente noi avevamo proposto il pacchetto completo a ventimila euro, ma loro hanno scelto la versione leggera da diecimila.”
Seguì quel classico sguardo italiano che sottintende l'inguattamento degli altri diecimila da parte del committente per “scopi diversi e misteriosi”.
Cosa aggiungere? Solo la definizione di questo termine preso direttamente dalla Treccani online.
Peracottaro (non com. peracottàio) s. m. (f. -a) [der. Di pera cotta]. – Venditore di pere cotte. Nell’uso pop. Roman., fare una figura da peracottaro, fare una figura meschina, o da persona incapace.
mercoledì 3 giugno 2020
Boccone indigesto
Sono stato per due intere serate appostato davanti al televisore per assistere al lancio della Dragon Crew, fantasticando sul successo della missione finanziata da Elon Musk (il Tony Stark dell'Universo Vero) sul ritorno alle stelle, la base lunare, la missione su Marte.
Mi è addirittura tornato in mente l'odore di gomma che avevano i pupazzetti (adesso diremmo action figures) del “Maggiore Matt Mason Astronauta” distribuiti dalla Baravelli e con i quali giocavo fino allo sfinimento.
Ma allora ero un bambino, e la sera dell'allunaggio uscii a guardare la Luna perché ero convinto che avrei visto il modulo atterrare.
Ora ho assistito all'incensamento di Trump da parte della NASA e di Musk durante tutta la diretta.
E il sogno si è sgretolato minuto dopo minuto.
Per carità, la parte tecnica e scientifica è affascinante, perfino le nuove tute sono molto cinematografiche.
Ma quello che per un bambino aveva la leggerezza di un aerostato multicolore che fluttuava nei sogni di esplorazione spaziale, è stato zavorrato dalla realtà lasciandomi letteralmente un peso sullo stomaco.
Non andrò a documentarmi per vedere quanto possa essere stata simile la situazione degli USA in quel fatidico 20 Luglio 1969.
Almeno i sogni di quel bambino non voglio distruggerli.
Chissà se un caffè mi aiuta a digerire il boccone.
sabato 30 maggio 2020
Fotografie
giovedì 28 maggio 2020
Non Respiro
Questo perché sono un idiota.
Perché credevo che negli USA il razzismo fosse quasi scomparso.
E invece, con impressionante regolarità, si verificano episodi di aggressioni ai danni di membri della popolazione afro-americana da parte della polizia.
“Non riesco a respirare.” Ha detto George Floyd, l'ultima vittima.
Una frase che i miei colleghi che lavorano in rianimazione hanno sentito spesso negli ultimi mesi, ma stavolta non era colpa di un virus che invadeva i polmoni, era colpa del ginocchio di un poliziotto sulla gola.
E io che relegavo cose del genere a romanzi, film e serie di un certo tipo.
Che cretino!
L'ho già detto.
Non meritiamo di sopravvivere al Coronavirus.
martedì 26 maggio 2020
Post triste
Ironico che questa frase voglia anche dire che la morte va avanti, perché ogni giorno che passa si avvicina sempre di più.
Mi sono svegliato allegro oggi, eh?
In realtà sto come al solito.
Anche questa mattina sono andato a vedere quanto fosse sveglia Ida, la madre di mia moglie, che assistiamo in casa e che soffre di una forma mista di Alzheimer Parkinson denominata PSP (paralisi sopranucleare progressiva).
A partire da dopo Pasqua sta peggiorando, dorme sempre di più, e darle da mangiare è sempre più complicato.
Insomma, ci sta salutando.
Avete presente la storia di Benjamin Button? Quello che nel film nasce vecchio e muore neonato?
Sta succedendo a Ida, solo che la sua involuzione verso il neonato è solo del sistema nervoso, non dell'intero organismo.
Perché vi tedio con queste riflessioni?
Perché mi fa male salutarla così, mi fa male vedere che la sua malattia le ha tolto (e mi ha tolto) alcuni momenti che condividevamo insieme come vedere l'Eredità la sera mentre la davo la cena.
Adesso lei mangia ad occhi chiusi, quasi dormendo, e io mi ostino a tenere la TV accesa, ma non ci sarebbe quasi più motivo.
E penso che se a me fa male, quanto male farà a mia moglie e (quando potranno venire a trovarla) ai suoi fratelli che vivono a Roma e a Napoli.
Loro, tra l'altro, non hanno vissuto la progressione, ma la rivedranno peggiorata di parecchio dopo quasi quattro mesi.
Ma posso essere così stupido, a sentirmi triste per una “suocera”?
Mi sto rammollendo con la vecchiaia.
Comunque non mi arrendo, al pomeriggio un cucchiaino di cremina zucchero/caffè continuerò a darglielo finché posso.
sabato 23 maggio 2020
Falcone
Ieri, in radio, ho risentito questa sua frase:
«L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.»
Sono parole forti, di quelle che ti fanno pensare ad un uomo granitico, di quelle che potrebbe pronunciare l’eroe di un film di Hollywood (lungi da me offendere la memoria di Falcone e della sua scorta con un simile paragone, sia chiaro) prima di entrare nel covo dei cattivi dove, armato solo del proprio coraggio, ucciderà tutti gli scagnozzi e assicurerà il capo alla giustizia.
Nella vita reale, però, va diversamente. Come sappiamo tutti.
Ventotto anni dopo i suoi colleghi proseguono ad arrestare mafiosi, commissariare consigli comunali, addirittura emettere avvisi di garanzia per operazioni mafiose sugli acquisti di materiale sanitario per la pandemia!
Perché?
Non ditemi che non vi siete mai posti questa domanda.
Io una mezza idea me la sono fatta.
Noi, popolo italiano, siamo geneticamente indotti ad essere proni al potente di turno di cui subiamo il fascino, obliamo i difetti ed aneliamo l’elemosina.
Siamo così, vigliacchi e servili.
Ed è anche ora di dire chiaramente che se in Sicilia si chiama Mafia, in Campania Camorra, in Calabria Ndrangheta, in Puglia Sacra Corona Unita, nelle altre regioni si chiama Sistema, ed esiste ovunque.
E’ la rete che connette imprenditori, uomini politici e finanza, tutti uniti da un denominatore comune: il denaro.
Uno degli esempi è: se vuoi vivere alla grande, e a questo scopo intraprendere una carriera politica o imprenditoriale hai bisogno di denaro e la via più breve è prendere il loro denaro, quello facile che ti lega al Sistema.
Così diventi il potente del luogo, il padrone della città, della provincia, della regione, riverito da quelli ai quali fornisci lavoro e che ti difenderanno contro tutto e tutti, che tiferanno per te sempre, perché l’allenatore della squadra del cuore puoi anche criticarlo critichi, ma il potente lo adori incondizionatamente.
Guardatevi intorno dove vivete, sono certo che ognuno conosce almeno una realtà piccola o grande di questo genere.
Lo so, non è sempre così, ci sono cittadini, imprenditori, uomini politici e della finanza onesti ed etici, ma restano ancora una minoranza inefficace.
La pervasività del Sistema è troppo radicata per permettere di eliminarlo con un colpo di spugna. Bisognerebbe riformare la società dalla scuola, insegnare il senso critico alle persone, ma farlo realmente, in modo da creare talmente tanti cervelli funzionanti da poter concretizzare giudizio ed azione contro tutto questo.
E forse, come dicevo prima, siamo geneticamente tarati.
Geneticamente vigliacchi. Io per primo.
Vi faccio una domanda, avete letto in questo post qualche riferimento specifico a nomi e zone?
No. Eppure ce ne sarebbero da fare. Ma non ho il coraggio di farlo, da solo.
Ecco perché risentire quelle parole di Falcone mi ha fatto venire mal di stomaco.
Perché con la mia vigliaccheria non solo mi sento complice del suo attentato, ma rinnovo la sua morte ogni giorno, girando lo sguardo dall’altro lato e proseguendo a vivere questa vita vigliacca e servile.
giovedì 21 maggio 2020
Botteri & Tartaglione
E non è colpa del Coronavirus, eravamo stronzi e cattivi già da prima. La quarantena, forse, avrà esacerbato gli animi, e vedremo come modificherà ulteriormente i nostri comportamenti familiari e sociali.
Ma la cattiveria gratuita, il mettere alla berlina, prendere in giro i difetti altrui erigendosi a giudici dotati del diritto di satira, beh, questo è qualcosa che ormai è diventato parte integrante della maggior parte di quelli che lavorano in radio, in televisione o nel web da almeno vent'anni.
L'aplomb ironico è stato sostituito da una modalità che sfiora il (e talvolta sfocia nel) bullismo.
Penso a due donne distanti per professione e appartenenza politica e culturale: Annaelsa Tartaglione segretaria di FI e Giovanna Botteri, giornalista Rai.
Sulla Botteri si è dipanata tutta una situazione di “body shaming” da parte della redazione di Striscia la Notizia alla quale la giornalista ha risposto con una educazione d'altri tempi, dando una lezione a tutti.
Sulla Tartaglione circola il video di Un Giorno Da Pecora (trasmissione di RadioUno Rai) che mostra tutta una serie di parole lette con pronuncia sbagliata con dovizia di commenti sfottenti.
Ho visto il video solo oggi e, da padre di un figlio dislessico, ho capito subito che la deputata è affetta da dislessia, cosa di cui ho ricevuto conferma con una banalissima ricerca in rete.
In questo secondo caso, però, pur avendo letto di una precisazione da parte della Tartaglione, non mi pare che la trasmissione abbia replicato.
E mi chiedo, è davvero necessario prendere in giro “di pancia” una persona senza documentarsi un attimo pur di fare un minimo di ascolto e suscitare qualche risatina di approvazione?
Perché non è solo il servizio della trasmissione a fare danni, ma anche (e soprattutto) i commentatori social che immediatamente si tuffano a sparare giudizi che giudizi non sono ma solo puri pregiudizi, quelli nei quali è cosi facile crogiolarsi per tutti noi.
Ennò, non è proprio colpa del Coronavirus.
Siamo proprio più stronzi e incattiviti.
Stiamo involvendoci
martedì 19 maggio 2020
Un attimo
E così mi sono trovato a pensare a cose che mi piace fare fuori da questa routine e, in particolar modo, l'ultima volta che ho fatto cose del genere prima della pandemia.
Dunque...
Ultimo film visto in sala: a Dicembre (ahimè!) L'Ascesa di Skywalker, ovvero l'ultimo pasticciatissimo episodio della saga stellare. Un occasione sprecata.
Ultimo spettacolo teatrale: 11 gennaio 2020 Skylight, lavoro teatrale con Luca Barbareschi e Lucrezia Lante della Rovere, e in quell'occasione anche ultima volta alla nostra vineria preferita, dove servono delle bollicine sempre di gran classe (oltre a rossi corposi e distillati stimolanti).
Ultimo Concerto il 25 maggio 2019 a Perugia Palabarton – Antonello Venditti (ok, crocifiggetemi, occasionalmente sono preda di botte di nostalgia, vi rammento che ho 58 anni).
A fine gennaio ultima cena fuori nel nostro locale preferito.
E se avessi immaginato tutto questo casino, saremmo andati almeno nella nostra SPA di fiducia a fare le balene spiaggiate nelle piscine riscaldate.
Ci vuole un attimo a cambiare il modo di vita, proprio un attimo...
Per fortuna il caffè, quello sì, resta sempre lo stesso.
domenica 17 maggio 2020
Divertirsi
Come mi è successo ieri, dalle 18.45 alle 19.45, in una diretta Facebook insieme ai miei tre amici Alessandro, Pino e Roberto, con i quali componiamo lo scrittore multiplo Pelagio D'Afro.
Abbiamo chiacchierato del nostro romanzo "I Ciccioni Esplosivi" che è stato recentemente rieditato da Il Foglio Letterario, oltre ad altri argomenti come la Maledizione che ci perseguita, problemi con lo pseudonimo che abbiamo, malattie da invecchiamento e orari della cena. Insomma la cosa ci ha davvero soddisfatti.
Se vi va di vederci potete farlo cercando il video sulla pagina Facebook de Il Foglio Letterario o su quella di Pelagio D'Afro.
Potrebbe essere piacevole mentre bevete un pigro caffè domenicale.
venerdì 15 maggio 2020
Ezio Bosso
E' un campo nel quale i colleghi specialisti clinici e ricercatori procedono tenacemente passo passo, un po' come gli esploratori che aprono nuove vie nella giungla a colpi di machete.
E la sfida si gioca sul campo vastissimo delle Malattie Neurodegenerative.
In termini divulgativi, sono malattie che compromettono una o più delle stazioni di controllo delle nostre attività neurologiche, che vanno dai movimenti volontari, alle attività automatiche di cuore, polmone, apparato digestivo fino a coinvolgere la parola, la vista, il pensiero, la memoria e il carattere.
All'improvviso, per una serie di concause, il cervello perde il controllo.
Alle volte la malattia si accontenta di compromettere una sola funzione, altre volte, invece, prosegue a danneggiare progressivamente altre zone fino a interessare una di quelle che, persa la propria funzione, induce la morte del malato.
I tempi di evoluzione e le modalità sono tra le più varie che si possano trovare, e questo complica il lavoro dei colleghi neurologi perche, vedete, la medicina è come la fisica, le malattie agli inizi sembrano composte da un insieme di sintomi vari e scoordinati, ma poi, piano, piano, si unificano i campi e si riesce a raggiungere la causa centrale, quella che, una volta curata o eliminata (se possibile) risolve il quadro.
Per le malattie neurodegenerative (di cui alcune portano i nomi di Parkinson, Alzheimer, SLA, PSP) non si è ancora arrivati a unificare i sintomi e quindi proporre una terapia sempre efficace o risolutiva.
Tutta questa divulgazione solo per dire che, sì, quotidianamente, a casa mia, facciamo i conti con una malattia del genere che ci porta via un pezzettino alla volta la madre di mia moglie, e che una sua consorella, oggi, ha portato via definitivamente Ezio Bosso.
Un essere umano che ha dimostrato, anche ad uno spettatore come me, di saper vivere come tale fino all'ultimo, seminando la sua arte e l'esempio del suo modo di vivere in ogni occasione.
Mi mancherà.
mercoledì 13 maggio 2020
Silvia Romano: Endgame
Io non la conosco né conosco i suoi genitori ma il suo era un caso che mi stava a cuore, come sapete.
Mi sono commosso alla notizia e poi ho deciso di non volerne sapere più nulla.
Perché una figlia è tornata tra le braccia dei genitori e questo è quanto.
Non mi interessa se abbiamo pagato, se si è trattata di una azione militare, se lei si è convertita ed è (o non è) “quella di prima”.
Spiegatemi, per favore, come si possa essere “quella di prima” dopo un esperienza come la sua, se perfino noi che siamo stati rintanati in casa a impastare a mangiare pane e pizza ci stiamo rendendo conto che non saremo mai più “quelli di prima”.
La sua storia è finita come nessuno sperava che finisse, ed è bello essere sorpresi dalla vita, una volta tanto.
Invece nelle piazze dei social, in questi pollai del web, in queste botteghe da barbieri, in questi baretti scalcagnati, non si fa altro che continuare a polemizzare illudendosi che quello che viene scritto abbia un qualsiasi valore.
Ma solo il silenzio ha un valore, in casi come questo.
Quel bel silenzio di quando abbiamo la bocca piena di una calda sorsata di buon caffè.
lunedì 11 maggio 2020
Comunicare
Il capo di un governo ha un ruolo che nella mia testa semplice è quella di un capofamiglia.
Bene, quindi considerate una intera famiglia radunata d'urgenza una sera dopocena in videoconferenza e la mamma o il papà (a seconda di chi sia il capofamiglia) che dice:
“Cari familiari, c'è una epidemia in corso, quindi vi chiedo il sacrificio di non uscire e sospendere le visite e i raduni di famiglia. Allo stesso tempo andranno al lavoro la zia Guendalina che fa la cassiera al supermercato, il cugino Gerardo che guida il camion che trasporta la frutta e sua sorella Giovanna che fa l'infermiera. Tutti gli altri restano a casa e noi gli passeremo uno stipendio ridotto finché non potranno tornare a lavorare.”
Ora una comunicazione del genere va bene farla a qualsiasi ora e con toni emergenziali la prima volta, ma in seguito, quando bisogna aggiornare la situazione, si può trovare un appuntamento preciso dove il tono sia fermo ma rassicurante e soprattutto dove quello che si dice sia ben spiegato e corrisponda alla realtà dei fatti. Ovvero, se si promette lo stipendio ridotto si fa in modo che lo abbiano tutti, quando si può ricominciare ad uscire o lavorare si dice con chiarezza chi, dove e quando.
Insomma si prova ad essere responsabili e non chiacchieroni.
Beh, mi pare che non ci siamo ancora riusciti, vero?
E se a livello governativo la comunicazione latita invece a livello pubblicitario è tutto una Rottura di Coglioni Di Decimo Livello (come direbbe Rocco Schiavone) fatta della più bieca retorica della quale, francamente, non se ne può più.
Anzi, sapete che faccio? Mi segno i prodotti con spot del genere ed evito di comprarli.
Anche se devo cambiare marca di caffè.
sabato 9 maggio 2020
The Koln Concert
E il merito va ad una collezione di 33giri da edicola della Fabbri Editori che si intitolava I Grandi del Jazz. Mio padre li acquistò tutti ed io ero libero di metterli su come e quando mi pareva (altri suoi dischi erano intoccabili).
Immaginate che goduria quando scelsi come sede universitaria Perugia e scoprii che in estate c'era Umbria Jazz.
L'emozione di ascoltare dal vivo quelli che per me erano miti dei quali avevo letto le biografie fu grande.
E altrettanto grande fu lo stupore nel confrontarsi con pregi, difetti e intemperanze degli artisti, uno fra tutti: Keith Jarrett, famoso per pretendere totale silenzio dal pubblico che in più di una occasione maltrattò perché c'erano stati flash e colpi di tosse (una volta addirittura per il rumore di apertura di una bottiglietta di acqua minerale).
Bisogna dire che questo comportamento è sempre stata una sua caratteristica, e lui ha ammesso in qualche intervista che questi rumori ed eventi molesti "bloccano il flusso della musica che ho in mente".
Mister Jarrett ha compiuto 75 anni ieri, 8 maggio 2020, quindi ieri sera mi sono ritrovato sul divano in soggiorno ad ascoltare il suo album The Koln Concert.
Spero che lo conosciate.
E' un flusso di musica improvvisata che scaturisce da Jarrett, attraversa il pianoforte e riempie l'anima di chi ascolta.
Chiudi gli occhi e ti dissolvi, disinteressandoti delle intemperanze dell'artista, diventando un canale del flusso della musica, esattamente come è successo a me anche ieri sera.
Era quasi come essere all'Arena Santa Giuliana d Perugia ed ascoltarlo dal vivo, tanto che mi è venuta voglia di uno di quei bei bicchieri di Heineken fredda tipici di Umbria Jazz.
A dir la verità in frigo la birra c'era, ma ho evitato di alzarmi.
Hai visto mai, mi sono detto, che Jarrett si incazza e smette di suonare?!
giovedì 7 maggio 2020
My Favourite Hell
martedì 5 maggio 2020
Rettifica
Nemmeno davanti alla morte siamo uguali.
C'è una mamma che sta aspettando da due mesi di poter mettere dei fiori freschi sulla tomba della sua bambina morta a cinque giorni dalla nascita.
Ci sono figli e nipoti che stanno aspettando di poter vedere la tomba del padre/nonno che hanno salutato quando veniva ricoverato nell'ospedale COVID.
E c'è la famiglia dell'imprenditore deceduto che celebra i funerali con camera ardente, partecipati applausi di cordoglio in chiesa e cerimonia di sepoltura.
Nemmeno davanti alla morte siamo uguali.
Non è vero.
domenica 3 maggio 2020
Vicolo Cieco
I miei testicoli non sono capaci di formare spermatozoi vitali e fecondanti.
Non lo sapevo, prima di scegliere la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia.
Quindi mi sono trovato a scoprirlo mentre attorno a me tutti generavano figli ed io li aiutavo.
Una bella botta.
Dopo un primo momento di sbigottimento si decise di adottare e quindi ho due bei figli.
Ma un infinitesimo residuo della curiosità di sapere che cosa avrebbero generato i miei cromosomi resta.
Geneticamente parlando, in un ottica evoluzionistica, non posso non pensare che la mia linea ereditaria sia stata considerata un vicolo cieco e quindi chiusa.
E chi sono io per discutere con la Selezione Naturale?
Ma proprio in questa ottica, se potessi rivolgermi a quanti intorno a me continuano a generare figli, vorrei dire loro che quel gesto generativo non è gratuito, non è «non so nemmeno come abbiamo fatto» non è una casualità inaspettata.
E’ una ricchezza.
E meriterebbe un po’ di attenzione sia nel cercarlo che nell'evitarlo.
Invece mi confronto quotidianamente con un ampio senso di menefreghistica mancanza di responsabilità trasversale in ogni fascia d’età.
E la mia fiducia nel genere umano vacilla.
Vi va un caffè?
venerdì 1 maggio 2020
Sogni Criminali
Non ho dubbi a tale proposito: il furto d'arte.
Innanzitutto nell'immaginario collettivo questo crimine è permeato dal fascino della preparazione meticolosa, sopralluoghi in museo, senso di sfida e fair play nei confronti della polizia e delle compagnie assicurative nonché dall'assenza di un atto violento e sanguinario legato all'esecuzione.
Il bottino, poi, è sempre qualcosa di non commerciabile se non su commissione, e per quanto mi riguarda, lo farei a puro scopo personale.
Vediamo.
La città: Venezia (si, lo so, mi piace vincere facile).
Il luogo: Museo Guggenheim nel palazzo Venier dei Leoni.
Le opere (non una, signori miei, ma tre e in ordine alfabetico): Alchimia di Jackson Pollock, L'Impero della Luce di Magritte e Sulla Spiaggia di Picasso.
Dovrei trovare, poi, un luogo dove esporli per il mio piacere buddegotista, tre belle pareti (sono tutti di almeno due metri per uno e mezzo) e relative illuminazioni.
Così potrei perdermi in quella spiaggia che sa di sabbia e mare salmastro colta in un attimo che mi ha sempre ricordato gli ultimi giorni di settembre, un po' malinconici, quelli in cui ti godi ogni minuto di mare perché devi farne tesoro per l'inverno, facendomi partecipe ma anche un po' voyeur.
Dopo chiuderei gli occhi per qualche minuto e li riaprirei sul Pollock senza sapere quali sensazioni mi susciterà una nuova visione della sua Alchimia. Quella tela, per me, è pura emozione. Ogni volta smuove qualcosa di diverso, rabbia, serenità, allegria, commozione, malinconia, vertigine... Non c'è bisogno che ci sia un disegno, una figurazione da seguire, e Pollock me lo fece provare nelle viscere, tanti anni fa, in una delle mie visite al Guggenheim.
L'arteterapia finirebbe con l'Impero della Luce di Magritte. Di solito mi perdo in quel quadro disconnettendomi da quanto mi circonda. E' sera? E' mattina? com'è possibile accettare la coerenza dei due momenti in sincronia? Non lo so, ma sono ondate di pace che mi raggiungono. E mi piacerebbe addormentarmi guardandolo.
Quindi se un giorno dovessero sparire proprio queste tele, sappiatelo, sono stato io.
E se non mi denuncerete, chissà, potrei invitarvi a vederle prendendo un caffè.
mercoledì 29 aprile 2020
Gli Anziani
Mi fanno pensare che nella mia vita ho sempre avuto "Un vecchio" in casa da assistere, e per me la famiglia è sempre stata composta da bambini, adulti e vecchi alle volte malati, poi malati per sempre e poi morti sul loro letto.
E' così anche adesso che abbiamo in casa mia suocera con una sindrome mista Alzheimer - Parkinson che, insieme a mia moglie ed una badante diurna, assistiamo accompagnandola nell'inevitabile decorso della sua malattia.
Questa presenza, per me, può causare preoccupazioni mediche nell'assistenza, ma è comunque una presenza di famiglia, con un rapporto strano e specifico, ma che porta sempre qualcosa al nostro stare insieme creando occasioni per condividere.
Penso anche che ormai questa modalità di assistenza degli anziani si sta perdendo, e penso anche alla Svezia dove è stato istituto addirittura un ministero per rintracciare i parenti degli anziani che muoiono da soli.
Chissà, mi chiedo alla soglia dei sessant'anni, cosa sarà della mia vecchiaia.
E, cinicamente, non m'aspetto nulla di buono.
Bah... stamattina è così, vado a bere il caffè.
lunedì 27 aprile 2020
Luoghi
https://sdiario.com/il-castello-del-ritorno-di-giuseppe-demilio-pelagio-dafro-4/
Una parte di me/scrittore multiplo ha pubblicato un racconto.
Dopo averlo letto ho cercato di ripensare se e quando ho mai provato la sensazione di appartenenza ad un luogo.
E devo ammettere che questo, per me, non è mai accaduto con un luogo geografico.
Le radici pescano in una infanzia e adolescenza vissute seguendo i miei genitori che venivano trasferiti, a causa dei loro lavori, in giro per l'Italia spingendomi a non avere una fissa dimora e nemmeno una cerchia di amici di infanzia.
Non compatitemi, ho vissuto bene lo stesso.
Insomma, posso sentirmi a casa dovunque e in nessun luogo.
Tuttavia ci sono luoghi nascosti nei libri dove, dopo poche righe, sento di appartenere e poter riposare.
E tra tutti i libri c'è anche un fumetto.
Quello per il quale litigai a scuola con i compagni che lo disprezzavano perché, dicevano, era difficile, con troppe parole, disegni brutti e colori strani quali il rosa e l'arancione con una strana storia di marinai della prima guerra mondiale nelle isole del Pacifico.
Lo pubblicava il Corriere dei Piccoli e il suo titolo era: Una Ballata del Mare Salato.
Una cotta che non mi è mai passata.
sabato 25 aprile 2020
Porco per sempre
« Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera »
La festa che ricorre oggi per noi italiani non è una festa di pace e fratellanza universale.
E' la festa di chi è riuscito a scrollarsi di dosso un regime dittatoriale e quindi limitatore della libertà anche di opinione e pensiero.
Un regime che intrallazzava con i faccendieri del proprio colore politico, che corrompeva e si lasciava corrompere (e questo non è un sentito dire, i miei due nonni: Giovanni ed Arturo, per essere stati antifascisti, dopo la prima guerra mondiale si fecero anche la seconda, e non hanno mai smesso di raccontare cosa fosse vivere nel "ventennio").
Un regime costituito da tutti quegli italiani che il 28 aprile del 1945, miracolosamente, tolsero la camicia nera e si mimetizzarono nell'Italia libera dove hanno sempre vissuto una vita normale grazie alla democrazia che aveva vinto, come ricordava Foa.
Italiani che hanno avuto la possibilità di coltivare le proprie idee, mascherandole da altro perché (ricordiamo anche questo) l'apologia del fascismo, nell'ordinamento giuridico italiano, è un reato previsto dall'art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
E ora stanno risbucando fuori, desiderosi di convincere un popolo in crisi che ha sempre subito la fascinazione dell'Uomo Forte, usando mezzi nuovi, come i social, per infondere la paura dell'altro di cui si nutrono, fingendosi simpatici bonaccioni lanciando slogan ai quali non corrisponde alcuna sostanza, andando a caccia del nemico, non appena hanno un briciolo di autorità, suonando al citofono come fossero bulli da scuola elementare, pensando di poter usare lo stato e i suoi organi per puro sfizio personale e sottraendosi ai doveri di governo per gettare solo fumo negli occhi agli elettori senza riuscire nemmeno a ipotizzare soluzioni per uno solo dei problemi della nostra nazione capaci solo di essere "contro" e mai "pro".
Lo so che l'attuale governo, e parecchi di quelli che li hanno preceduti, non di destra, hanno portato l'Italia dov'è adesso, perché la corruzione, l'intrallazzo e la voglia di personalismo dei politici pare connaturata nella nostra cultura.
Lo so che anche poter scrivere un post del genere,forse, è solo una presa per il culo, perché non serve a nulla in concreto, e tutto andrà avanti come sempre.
Ma posso essere libero di farlo e per me (così come esprimere un voto) questo diritto odora del sangue e del sudore dei miei nonni che hanno combattuto due vere guerre (non una menata di guerra antivirus da divano) in trincea e "cagandosi sotto" come dicevano sempre.
E non mi interessa se "quando c'era Lui i treni arrivavano in orario" bella consolazione, specialmente per quelli che trasportavano gli ebrei nei campi di concentramento!
Quindi stamattina il mio caffè lo dedico a quanti hanno pagato col sangue il nostro diritto ad essere liberi, e, se potessi lo offrirei a tutti quelli che la pensano come me che sono orgogliosamente Porco.
Perché dovete sapere che la quarantena ha incentivato il mio sovrappeso donandomi un aspetto da porcello di cui proprio oggi sono orgoglioso, perché la frase che voglio ribadire oggi soprattutto perché inizia a diventare "pericolosa" è questa:
P.S. Se vi va, guardate o riguardate il film di Miyazaki Porco Rosso.
venerdì 24 aprile 2020
Campo minato
Mi riferisco ad un atteggiamento ancora oggi molto diffuso da parte delle donne italiane nell'ambito lavorativo (nello specifico in sanità): farsi strada a colpi di favori sessuali.
Calmi!
Mi spiego meglio.
Prendo in considerazione medici e infermiere che hanno fatto carriera non (solo) perché valenti professioniste, ma anche per essere diventate amanti di politici, direttori di reparto, cattedratici universitari.
E si trovano molto bene in questo ruolo.
Lo so, non tutte fanno così. Lo so, la colpa è della “fallocrazia” del sistema lavoro.
Però, ripeto, ne conosco diverse (a memoria almeno dodici) che sono ben contente di quello che hanno e di come l'hanno ottenuto soprattutto prevaricando le altre colleghe grazie a gonne corte, décolleté e sbattimento di ciglia.
Allora rifletto: in questo mondo post #metoo io mi aspetterei che donne alle quali venga fatta una proposta del genere siano libere di sputtanare il proponente o addirittura l'intero ambiente se è “quello che ti spinge a farlo.”
Perché, vedete, queste sono poi le donne che quando altre donne vengono molestate e/o aggredite (nel vero senso della parola) sul luogo di lavoro voltano il viso dall'altra parte e, se possono, scoraggiano la vittima a reagire prendere provvedimenti (e anche questo l'ho vissuto).
E questo mi fa bellamente incazzare.
Forse ho preso troppi caffè.
mercoledì 22 aprile 2020
Consigli di lettura
Qualche giorno fa ho ricevuto una mail pubblicitaria da laFeltrinelli, oggetto: I libri da leggere almeno una volta nella vita.
Mi sono divertito a scorrerla per vedere quanti ne avessi letto e mi sono imbattuto nella sezione Libri per Giovani Lettori dove due titoli mi sono balzati all'occhio: Il Giovane Holden e Moby Dick.
Complimenti vivissimi ai giovani lettori contemporanei, perché quando questo dinosauro quasi sessantenne aveva la loro età forse nei libri consigliati c'era appena Moby Dick (e in versione facilitata).
Quanti anni avranno i giovani lettori della Feltrinelli?
Che tipi sono?
La mia curiosità è tanta.
Vedete, si può dire che io, tutt'ora non sia mai sceso dalla tolda del Pequod e nemmeno dai taxi newyorkesi di Holden.
Sono libri che di tanto in tanto riprendo e apro a caso trovando sempre un motivo di riflessione.
I flussi di coscienza di Salinger e i capitoli di erudizione di Melville, non so perché, nella mia vecchia mente bacata non si adattano tout court ad un giovane lettore di oggi.
Capisco che la mail deve essere centrata sul catalogo dell'editore e ci sono altri titoli forse più appetibili, però la perplessità resta.
Nel mio mondo perfetto mi piacerebbe poter chiacchierare con un figlio o nipote di questi libri, ma nella mia realtà cinica, mi sa, le probabilità sono scarse.
Mi auguro di essere sbugiardato malamente.
In attesa, bevo il secondo caffè della mattinata.
lunedì 20 aprile 2020
Pesci Rossi
Confusionevirus!?
A me pare che l'unico vero effetto di questa pandemia sia la confusione.
Non so voi, ma nella mia testa faccio una fatica costante a mantenere una rotta ferma che possa condurmi con residui brandelli di sanità mentale alla lontana fine del tunnel di questa quarantena.
Intorno succede di tutto, tutti sono diventati esperti di virologia, epidemiologia, gestione finanziaria, politica internazionale, politica economica, e, perché no, di terapia medica e ricerca farmacologica.
Oltre a questo pare che la quarantena / pandemia abbia indotto una mutazione sui circuiti mnemonici umani, ora ci ritroviamo con la memoria dei pesci rossi.
Anche se non del tutto scientificamente appurato, però pare che i pesci rossi continuino a girare nelle loro bocce di vetro perché dimenticano di aver già girato.
Normalmente ci si scherza su dicendo che nella prima metà del giro i pesci rossi pensano “Che bella questa nuova boccia” nella seconda metà “Che palle 'sta boccia” per poi tornare a pensare “Che bella questa nuova boccia”.
Noi abbiamo attraversato una prima fase: “Tranquilli è solo un influenza” poi siamo andati al “Non voglio morire resto a casa!” ed ora che la situazione sta migliorando grazie alla quarantena siamo tornati al “L'avevo detto che è solo un influenza.”
Mancano voci scientifiche davvero autorevoli che possano elevarsi sulla confusione e dare direttive precise, mancano dati precisi perché in questa che viene definita la società globalizzata percorsa da ininterrotti flussi di dati, beh, i dati fanno schifo, sono inconcludenti e non significativi.
Mettiamoci pure che nel frattempo Cina, USA e Russia giocano a chi ce l'ha più grosso e si accusano a vicenda di aver provocato la pandemia e capirete quanto è forte la voglia di ritirarmi in un silenzio claustrale rotto solo dal rumore del caffè che scende nella tazzina.
Mah...
sabato 18 aprile 2020
Uguali?
E dunque in un rigurgito di napoletanità nativa mi torna in mente l'unico vero esempio di uguaglianza, che copioincollo qui sotto.
Oggi va così.
Se potete, proseguite nella lettura sorseggiando un caffè.