mercoledì 1 luglio 2020

Da 5 Blood

E' il nuovo film (o Joint come lo chiama lui) di Spike Lee prodotto e trasmesso da Netflix.
Lsscio la critica cinematografica approfondita a chi la sa fare. Io, di pancia, posso solo dire che mi è sembrato un po' sgrammaticato e mi ha fatto venire voglia di rivedere Apocalypse Now.
Ma indubbiamente è un film perfetto da vedere in questo periodo di contestazione razziale negli USA, specialmente per la presenza, tra i personaggi, di un afro americano sostenitore di Trump.
Quando in una scena gli amici ed ex commilitoni gli chiedono conto delle sue convinzioni prendendolo in giro lui risponde che dopo tanti anni ad aspettare un vero riconoscimento per tutti gli afro americani a lui, ora, importa solo fare i propri interessi.
Esattamente quello che ho sentito dire ad un napoletano che vota Salvini riguardo i meridionali.
E in entrambi i casi, poi, i nuovi nemici da combattere sono gli immigrati.
Così si dimentica di essere stati immigrati per primi noi meridionali e SCHIAVI gli afro americani, cioè quel tipo di immigrati che vennero prelevati come bestiame e trasportati loro malgrado in un altro paese.
L'importante è avere soldi sufficienti per vivere bene nel nostro piccolo spazio.
Stiamo tutti fingendo che la pandemia sia finita perché non vogliamo più sentirci costretti nelle pareti di casa, ma ci costringiamo tra le pareti del nostro egoismo, convinti di aver dato prova di chissà quale altruismo nel periodo del lockdown.
Ci avevo sperato, sapete, che la pandemia potesse servire a risvegliarci, a iniziare un cambiamento di questa società che continua a basarsi sulla prevaricazione economica mascherata da democrazia.
Vado a togliere l'amaro di questa considerazione con quello familiare del caffè.

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