venerdì 5 giugno 2020

Immuni?!?

Ok, prendete la vostra tazza di caffè ed ascoltate il mio sfogo quotidiano.

Sono un medico (lo so, è cosa nota) oltre a questo sono profondamente convinto che da quando esistono i social e gli smartphone la mia privacy non esiste più e tutti possono sapere chi sono i miei amici, quali sono le mie preferenze in fatto di acquisti viaggi, sesso, letture, gastronomia, enologia, spettacolo e chi più ne ha più ne metta.

Partendo da queste premesse ho provato a scaricare Immuni (la App sulla quale si narra ci siano state settimane di brainstorming che nemmeno a Silicon Valley per Windows 3.1!).

Dopo novanta minuti di tentativi e aggiornamenti di sistema android, google play services, controlli della versione bluetooth e tanti altri settaggi che sembravano la check list del lancio del Crew Dragon mi sono dovuto arrendere, non riesco nemmeno a visualizzarla su Play Store.

E sapete perché?

Perché ho un Huawei di fascia media.

Verrebbe spontaneo prendersela con i programmatori accusandoli di non rendersi conto che non tutti possiamo o (o vogliamo) spendere almeno 400 euro per uno smartphone ma che sarebbe stato utile per questa App raggiungere facilmente la maggior parte della popolazione.

E invece dobbiamo fermarci a riflettere.

Qualche anno fa ho seguito l'implementazione di un programma di archiviazione dati sanitari. Durante le riunioni, alle volte, venivano richiesti aggiustamenti del programma, possibilità di interazione con altre piattaforme, e la risposta del responsabile regionale di turno era: “Non penso sia possibile perché gli informatici per questo vogliono dai tremila ai cinquemila euro.”

Trascorsero almeno quattro riunioni così poi, in altra occasione, ebbi modo di conoscere uno di questi informatici e, tra il serio e il faceto, gli chiesi perché fossero così esosi nelle richieste di modifica del programma.

Risposta: “Veramente noi avevamo proposto il pacchetto completo a ventimila euro, ma loro hanno scelto la versione leggera da diecimila.”

Seguì quel classico sguardo italiano che sottintende l'inguattamento degli altri diecimila da parte del committente per “scopi diversi e misteriosi”.

Cosa aggiungere? Solo la definizione di questo termine preso direttamente dalla Treccani online.

Peracottaro (non com. peracottàio) s. m. (f. -a) [der. Di pera cotta]. – Venditore di pere cotte. Nell’uso pop. Roman., fare una figura da peracottaro, fare una figura meschina, o da persona incapace.

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