Ci siamo incattiviti, c'è poco da scherzare.
E non è colpa del Coronavirus, eravamo stronzi e cattivi già da prima. La quarantena, forse, avrà esacerbato gli animi, e vedremo come modificherà ulteriormente i nostri comportamenti familiari e sociali.
Ma la cattiveria gratuita, il mettere alla berlina, prendere in giro i difetti altrui erigendosi a giudici dotati del diritto di satira, beh, questo è qualcosa che ormai è diventato parte integrante della maggior parte di quelli che lavorano in radio, in televisione o nel web da almeno vent'anni.
L'aplomb ironico è stato sostituito da una modalità che sfiora il (e talvolta sfocia nel) bullismo.
Penso a due donne distanti per professione e appartenenza politica e culturale: Annaelsa Tartaglione segretaria di FI e Giovanna Botteri, giornalista Rai.
Sulla Botteri si è dipanata tutta una situazione di “body shaming” da parte della redazione di Striscia la Notizia alla quale la giornalista ha risposto con una educazione d'altri tempi, dando una lezione a tutti.
Sulla Tartaglione circola il video di Un Giorno Da Pecora (trasmissione di RadioUno Rai) che mostra tutta una serie di parole lette con pronuncia sbagliata con dovizia di commenti sfottenti.
Ho visto il video solo oggi e, da padre di un figlio dislessico, ho capito subito che la deputata è affetta da dislessia, cosa di cui ho ricevuto conferma con una banalissima ricerca in rete.
In questo secondo caso, però, pur avendo letto di una precisazione da parte della Tartaglione, non mi pare che la trasmissione abbia replicato.
E mi chiedo, è davvero necessario prendere in giro “di pancia” una persona senza documentarsi un attimo pur di fare un minimo di ascolto e suscitare qualche risatina di approvazione?
Perché non è solo il servizio della trasmissione a fare danni, ma anche (e soprattutto) i commentatori social che immediatamente si tuffano a sparare giudizi che giudizi non sono ma solo puri pregiudizi, quelli nei quali è cosi facile crogiolarsi per tutti noi.
Ennò, non è proprio colpa del Coronavirus.
Siamo proprio più stronzi e incattiviti.
Stiamo involvendoci
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