Abbiamo tutti riscoperto il valore di un gesto quotidiano: lavarsi le mani.
Basta, però, rendere riflessivo il verbo e viene fuori: lavarsene le mani.
Una delle strategie di vita che mi suscitano allo stesso tempo irritazione e invidia per la facilità con cui risolvono i conflitti di coscienza.
Facile lavarsi le mani dei problemi che riteniamo difficili o per i quali non vogliamo sprecare la nostra preziosa attenzione.
Ed esiste anche un modo elegante e perfino socialmente condiviso di lavarsi le mani rispetto a questioni spinose nell'ambito medico: fare obiezione di coscienza.
Lo so che la vera obiezione non è questa, ma tanti, troppi, colleghi ginecologi, anestesisti (e perfino farmacisti) esercitano il loro diritto di obiezione mettendo nei guai altre persone, fregandosene se quel particolare momento della loro vita possa avere conseguenze devastanti.
Loro, semplicemente, girano lo sguardo e si occupano di altro.
Esprimendo immediatamente un giudizio di riprovazione schifata nei confronti di chi li ha infastiditi nel loro sacro ruolo assistenziale.
Per tacere di commenti sentiti quali “Però mentre godeva mica ci pensava alle conseguenze?”
Il bello di tutto questo è che sono convinti, in questo modo, di salvare la loro anima, di guadagnarsi il paradiso nell'aldilà e nemmeno vengono sfiorati dal dubbio che dall'altro lato (sempre che ci crediate o vogliate seguire un ragionamento che poggia illogicamente su una fede religiosa) troveranno un dio che nella sua vita terrena si è occupato di lebbrosi, ladri, prostitute, tutti quelli al cui passaggio i benpensanti dell'epoca si giravano dall'altra parte, e che è stato condannato perché alla fin fine un certo Pilato se n'è lavato le mani.
E chissà cosa potrebbe pensare di loro.
Mentre bevete il caffè, oggi, provate a riascoltare “Quelli che Benpensano” di Frankie HI-NRG MC.
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