Quanto grande può essere il potere del condizionamento?
E in quanti modi questo condizionamento agisce sulle nostre vite?
Hmmm, mi sono svegliato filosofico?
Se guardo alla mia vita, non è che ci siano state chissà quali disgrazie, anzi, non posso proprio lamentarmi.
Eppure ci sono momenti in cui la mia parte irrazionale, il mio inconscio, chiamatela come volete, inizia a dirigermi in modi che non vorrei.
E lo fa con un retrogusto subdolo di senso di colpa.
Come se ad ogni momento bello della mia vita dovesse corrispondere uno brutto, come nel simbolo bianco e nero di Yin e Yang.
La sensazione di inquietudine è fastidiosa, e talvolta mi impedisce di godere del momento presente, come se, per prepararmi al peggio, non volessi autorizzarmi a godere il buono che c'è.
Sono quasi sicuro che tutto questo sia legato all'aver dovuto sempre lavorare a testa bassa per raggiungere dei risultati, senza che nessuno abbia mai facilitato il mio cammino.
Beh, c'è soddisfazione (come si dice: “non devo dire grazie a nessuno”) eppure continuando a vivere in questa società italiana non posso che essere invidioso di tutti quelli che al momento giusto hanno avuto un aiutino (raccomandazione, soldi, ecc...) che gli ha alleggerito il compito.
Per quanto mi riguarda la mia bella vita io l'ho sempre vissuta così: in bilico.
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