Tante, troppe parole, a mio giudizio.
Inizio ad averne la nausea, anche delle mie stesse.
Serve a qualcosa recriminare?
Era sotto gli occhi di tutti, ad esempio, che per andare a scuola e al lavoro, se bisognava portare l'affollamento al 50% ci volevano due autobus/ treni / metro.
Così come è scontato che sarebbe necessario un nuovo lockdowm, ma ormai impraticabile per evitare una rivolta popolare.
E allora com mia moglie abbiamo deciso di vivere come a marzo. Lavoro, spesa una volta alla settimana, e basta.
Ho scelto anche di non tornare a Messa (e condivido il mugugno degli esercenti di cinema e teatri riguardo il mantenimento delle funzioni religiose).
Non so se basterà, e davvero non so quando e come ne usciremo.
Sto valutando anche quanto silenziare dei social, perchè alla fine la bulimia di parole (e di odio e rabbia, principali sentimenti veicolati dai social) rafforza il senso di nausea di cui sopra.
Mantengo questo spazio di sfogo come mezzo terapeutico.
Ben consapevole di contribuire, in un impeto schizoide, all'affollarsi delle parole
Che restano tante, troppe.
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