domenica 14 giugno 2020

14 Giugno

Si chiamava Back.
Era un maremmano segnato sin dalla nascita da uno strano destino. Se non fosse stato adottato il proprietario l'avrebbe eliminato già da cucciolo.
Invece venne adottato e andò a vivere in una bella casa di campagna in Umbria dove dimostrò da subito di essere un mite, amante dei gatti (sì, lui con i gatti ci giocava!) e dei bambini.
Non sopportava di essere messo nel recinto di notte, ed era capace di manifestare il suo dissenso abbaiando ininterrottamente finché non veniva liberato.
Da maremmano testardo aveva anche uno spiccato senso di libertà e due o tre volte trovò il modo di farsi una gita per conto suo, ma alla fine riuscì a tornare sempre a casa. Purtroppo chi lo aveva adottato lo abbandonò insieme a tutta la casa in campagna e un giorno ebbi il compito di andare a prendere Back e portarlo via.
Potete immaginare cosa voglia dire far salire su una panda a metano un maremmano di circa cinquanta chili?
Venne a casa nostra dove rimase per quasi 48 ore (il nostro cane, un piccolo meticcio di 8 chili non riusciva ad andare d'accordo con lui) provai a trovare un nuovo padrone, ma a nessuno interessava, quindi lo mettemmo a pensione in un'altra bella casa di campagna poco distante da casa nostra.
Con i gestori della pensione fu amore e diventò il beniamino di tutti, trovando anche una compagna di giochi.
Quei pochi anni di vita felice furono però interrotti da una torsione di stomaco. Venne sottoposto ad un intervento, ma purtroppo la torsione nascondeva un tumore che venne mal diagnosticato  dai veterinari i quali (lo dico con rammarico) si accanirono su di lui con interventi forse inutili.
Il 14 giugno dell'anno scorso, sul prato della pensione dove era stato felice, eravamo attorno a lui mentre il veterinario lo aiutava ad andarsene.
E' stato solo un cane, lo so.
Allora perché mi viene ancora da piangere?

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