C'era una volta la proprietaria di due appartamenti: in uno viveva lei e l'altro l'affittava. La signora era fondamentalmente avida e del tutto incapace ad intrattenere rapporti di civile convivenza con terzi. Tuttavia viveva in un complesso di villette bifamiliari dove gli altri condomini erano affabili e gentili, insomma dei vicini come se ne trovano pochi.
La signora, inoltre, era vedova e in litigio costante con il figlio.
Due adulti troppo ben educati presero in affitto l'appartamento della signora e sopportarono anche un rinnovo del contratto con aumento del tutto fuori dal valore di mercato (nonché aggiunta di un tot non dichiarato “fuori busta”) perché la casa e i vicini erano davvero un valore aggiunto.
Ad un certo punto i due decisero di accogliere a casa la mamma di lei e questo scatenò l'invidia della signora perché vedere una donna poco più anziana di lei, ammalata ma attorniata dall'amore dei figli e dei nipoti la spinse a diventare ancora più acida e darsi ai dispetti e al pettegolezzo più gratuito pubblicamente su tutta la loro famiglia.
Alla fine i due cambiarono casa e si prodigarono anche per presentare l'appartamento a due nuovi inquilini, più giovani di loro, che lo presero al volo.
Il nuovo inquilino, però, aveva un carattere molto diverso ed ora la signora si trova a dover affrontare tutte le riparazioni e gli interventi straordinari che non aveva mai voluto fare perché non aveva intenzione di spendere un euro. Inoltre, poiché con il figlio il rapporto si è definitivamente rotto, il nuovo inquilino versa metà affitto (che è stato ridotto secondo i parametri di mercato) a lei e metà al figlio.
Quindi si trova a ricevere un affitto meno della metà di prima dovendo spendere diverse centinaia di euro per gli aggiustamenti.
Tutto questo per non aver saputo tenere la bocca chiusa ed un comportamento educato.
E questa è la storia del caffè di stamattina.
Benritrovati tutti.
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