giovedì 1 ottobre 2020

Kumari

Per un certo periodo la badante di mia suocera è stata una signora dello Sri Lanka di nome Kumari.

Kumari aveva un vagone di buone qualità, ma un difetto fondamentale: non sapeva fare il caffè.
Le potevi dare qualsiasi tipo di polvere e lei ne faceva scempio, ottenendo una bevanda, credetemi, imbevibile.
Ma Kumari era tenace e nonostante cercassi di batterla sulla velocità, arrivavo in cucina che il caffè era già pronto.
Non restava che berlo e ringraziarla per averlo fatto perché per lei quello era un gesto gentile che non mi andava di rovinarle.
Oggi, che pare sia la giornata internazionale del caffè, al ricordo di Kumari si associa quello di Marta, la cameriera di un resort nei dintorni di Otranto dove andammo in vacanza anni fa.
La prima mattina mi portò il primo caffè (buonissimo) poi, una decina di minuti dopo, incrociando il mio sguardo, con un cenno silenzioso si informò se ne volessi un altro, che accettai.
E per i dieci giorni del soggiorno non ci fu bisogno di ripetere, mi portava la prima tazzina, aspettava un po' e mi portava la seconda.
Ma ci pensate mai a come sarebbe senza un caffè? 
No, meglio di no.


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