Perdonare qualcuno, per davvero, è uno dei moti interiori più difficili che un essere umano possa vivere.
Quando ci mettiamo davanti al perdono, di solito, è come dire che la persona da perdonare ha un debito nei nostri confronti, che noi, magnanimamente, condoniamo
Ma il perdono prevede anche il colpo di spugna sul passato mentre invece spesso la frase è "perdono questa persona ma non dimentico... per me è come morta" che non è per niente perdono.
Un perdono vero dovrebbe riportare equilibrio innanzitutto in noi stessi, perché finché manteniamo rabbia, rivalsa, desiderio di vendetta, viviamo nel disequilibrio e tendiamo ad essere meno sereni nei rapporti anche con le persone che amiamo.
Se poi cambiamo accento, da perdòno si finisce a pèrdono.
Due persone coinvolte in questo termine pérdono entrambe. Si perde un rapporto, si perde fiducia e stima per chi ha tradito, ma, soprattutto, si perde quel ruolo che entrambi avevano sempre avuto nel rapporto, scoprendo addirittura che più che un ruolo si trattava di una recita, dunque non una persona, ma un personaggio.
Insomma, un vero perdono richiede sofferenza, perché bisogna asportare una cicatrice infetta e far guarire il tessuto sottostante con medicazioni quotidiane, e senza anestesia.
Gia...
Beh, sapete? Quello che proprio non posso perdonare è qualcuno che non sa fare un buon caffè.
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