sabato 25 aprile 2020

Porco per sempre

Partiamo dalla osservazione rivolta da Vittorio Foa, senatore socialista, partigiano del Partito d’Azione e rappresentante del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) a Giorgio Pisanò, fascista, anche lui eletto al Senato della Repubblica dopo la Liberazione.
« Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera »
La festa che ricorre oggi per noi italiani non è una festa di pace e fratellanza universale.
E' la festa di chi è riuscito a scrollarsi di dosso un regime dittatoriale e quindi limitatore della libertà anche di opinione e pensiero.
Un regime che intrallazzava con i faccendieri del proprio colore politico, che corrompeva e si lasciava corrompere (e questo non è un sentito dire, i miei due nonni: Giovanni ed Arturo, per essere stati antifascisti, dopo la prima guerra mondiale si fecero anche la seconda, e non hanno mai smesso di raccontare cosa fosse vivere nel "ventennio").
Un regime costituito da tutti quegli italiani che il 28 aprile del 1945, miracolosamente, tolsero la camicia nera e si mimetizzarono nell'Italia libera dove hanno sempre vissuto una vita normale grazie alla democrazia che aveva vinto, come ricordava Foa.
Italiani che hanno avuto la possibilità di coltivare le proprie idee, mascherandole da altro perché (ricordiamo anche questo) l'apologia del fascismo, nell'ordinamento giuridico italiano, è un reato previsto dall'art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
E ora stanno risbucando fuori, desiderosi di convincere un popolo in crisi che ha sempre subito la fascinazione dell'Uomo Forte, usando mezzi nuovi, come i social, per infondere la paura dell'altro di cui si nutrono, fingendosi simpatici bonaccioni lanciando slogan ai quali non corrisponde alcuna sostanza, andando a caccia del nemico, non appena hanno un briciolo di autorità, suonando al citofono come fossero bulli da scuola elementare, pensando di poter usare lo stato e i suoi organi per puro sfizio personale e sottraendosi ai doveri di governo per gettare solo fumo negli occhi agli elettori senza riuscire nemmeno a ipotizzare soluzioni per uno solo dei problemi della nostra nazione capaci solo di essere "contro" e mai "pro".
Lo so che l'attuale governo, e parecchi di quelli che li hanno preceduti, non di destra, hanno portato l'Italia dov'è adesso, perché la corruzione, l'intrallazzo e la voglia di personalismo dei politici  pare connaturata nella nostra cultura.
Lo so che anche poter scrivere un post del genere,forse, è solo una presa per il culo, perché non serve a nulla in concreto, e tutto andrà avanti come sempre.
Ma posso essere libero di farlo e per me (così come esprimere un voto) questo diritto odora del sangue e del sudore dei miei nonni che hanno combattuto due vere guerre (non una menata di guerra antivirus da divano) in trincea e "cagandosi sotto" come dicevano sempre.
E non mi interessa se "quando c'era Lui i treni arrivavano in orario" bella consolazione, specialmente per quelli che trasportavano gli ebrei nei campi di concentramento!
Quindi stamattina il mio caffè lo dedico a quanti hanno pagato col sangue il nostro diritto ad essere liberi, e, se potessi lo offrirei a tutti quelli che la pensano come me che sono orgogliosamente Porco.
Perché dovete sapere che la quarantena ha incentivato il mio sovrappeso donandomi un aspetto da porcello di cui proprio oggi sono orgoglioso, perché la frase che voglio ribadire oggi soprattutto perché inizia a diventare "pericolosa" è questa:

P.S. Se vi va, guardate o riguardate il film di Miyazaki Porco Rosso.

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