Lui è uno di quelli al quale piace sia il calcio (tifoso sfegatato) che i film (va al cinema almeno due volte al mese). Si chiacchierava del più e del meno al telefono (il valore terapeutico e rilassante di una telefonata solo per sentire "come va?" una cosa che non facevo più da tantissimi anni) quando dice: "Mah, tu lo sai quanto sono tifoso, eppure tutta 'sta mancanza del calcio non la provo. Anzi, a sentire quanto stanno frignando e rompendo i coglioni loro, gli sponsor, e tutto il resto quasi quasi iniziano anche a starmi sulle palle tanto che, a conti fatti, considerando quanto guadagnano loro e che il mio lavoro (artigiano) è fermo almeno per un altro mese, sto considerando di togliere anche l'abbonamento a Sky."
Resto sinceramente basito, perché per me lui è la quintessenza del tifoso, avete presente di quelli che ti costringono a organizzare cene e altro in base al calendario di serie A, Champions, ecc? Ecco, appunto.
In quanto a film, invece, siamo stati concordi che dovremo aspettarci una invasione di storie sul periodo del lockdown, a partire dagli eroici medici in prima linea passando per storie lacrimevoli di amanti separati dalla quarantena fino a inevitabili gialli resi rarefatti e "scandinavi" dai paesaggi desolati delle metropoli in segregazione.
E, credetemi, nessuno di noi due ne sentirebbe il bisogno.
Ma siamo una esigua minoranza.
Immagino (da solo, stavolta) che ci saranno anche libri, romanzi, racconti, antologie, fumetti, serie tv, fiction su questo argomento in tutto il mondo e penso che per un lungo periodo li scarterò senza se e senza ma.
Quando l'industria dell'intrattenimento tornerà a lavorare ho voglia di vedere storie che mi facciano volare con la fantasia, come sempre, ma questi, si sa, sono gusti personali.
Come bere il caffè con o senza lo zucchero, insomma.
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