venerdì 27 marzo 2020

Contando


Ho imparato a contare.

Mi spiego meglio.

Quando c'è qualcosa che mi infastidisce o mi fa arrabbiare cerco di non rispondere mai a caldo, conto (lentamente) almeno fino a 100.

Così evito riacutizzazioni della mia gastrite e, magari, trovo una modalità diversa di risposta che non sia il contrattacco o la fuga.

Dall'inizio di questa segregazione è tutto un contare.

E dopo aver contato, quello che resta è la sensazione mista di delusione e triste soddisfazione per aver avuto la prova che l'essere umano ha un solo carattere dominante che non riesce proprio ad annullare: l'egoismo.

Sono egoista anche io, non lo metto in dubbio. Ho una moglie anestesista che si trova in prima linea e pensare che lei possa ammalarsi e morire, o che possa succedere a sua madre che abita con noi o che possa succedere a me ovviamente mi spaventa e cercherei di fare di tutto per evitarlo.

Ma non posso io e non può lei, perché abbiamo scelto una professione alla base della quale c'è un giuramento (quello di Ippocrate) e averlo pronunciato non è un mero esercizio di lettura: o sei dentro o sei fuori.

Senza escludere tutti gli altri operatori sanitari, trasporti, rifornimenti, servizi che mostrano abnegazione e responsabilità nel loro lavoro, oggi mi sento molto vicino agli insegnanti.

Altra categoria che è stata falciata dai tagli e bistrattata sulle retribuzioni che in questi giorni, volontariamente, con enorme senso di genitoriale affetto, si sono organizzati per non lasciare da soli i propri studenti di ogni ordine e grado.

Accanto a tutte queste persone che combattono e superano quotidianamente l'egoismo ci sono comportamenti opposti che provengono da quelle categorie alle quali una volta ci dicevano di guardare come esempi.

Primi fra tutti i politici. La Merkel e il premier olandese Mark Rutte stanno dimostrando ancora una volta che la UE non esiste. (Come non pensare che quegli stessi fondi li tengano da parte per poter comprare a prezzo di liquidazione pezzi di Italia, Spagna ed altri quando tutto sarà finito?)

I nostri due Matteo (Salvini e Renzi) che muoiono di invidia perché Conte si è trovato ad affrontare l'emergenza quando vorrebbero farlo loro per soddisfare non il desiderio di un buon governo (se avessero quest'idea formerebbero un fronte unico per aiutarsi fianco a fianco) ma il desiderio spasmodico del loro Protagonismo.

I calciatori (non tutti, non tutti) che sono positivi al Coronavirus e fanno incazzare la gente comune perché sui social raccontano come a loro vengono fatti i tamponi a casa mentre nelle stesse grandi città, per un cittadino comune, spesso, il triage telefonico apre uno scenario di totale incertezza e basta.

A quanto pare non c'è una soluzione per evitare tutto questo.

Quello che temo (e forse un po' spero) è che prima o poi si giunga al punto di rottura dove l'egoismo si contrapporrà all'egoismo e non ci sarà più spazio per la resilienza, perché saremo pieni di rabbia verso i divi del calcio, i politici cialtroni e i dittatori economici, quindi ci ribelleremo.

Poi l'Italia vincerà il mondiale e tutto sarà dimenticato.

Nel tempo di bere una tazzina di caffè.


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